Influenza e Vaccino: appuntamento al buio
L’appuntamento con l’influenza si rinnova ad ogni stagione invernale ma, come sempre è assai difficile prevederne la durata media e l’entità con cui si presenterà.
Generalmente il periodo di incubazione può variare tra le 18 ore e i 3 giorni, e l’influenza mediamente compare dopo due giorni.
Da quando si notano i primi sintomi, invece, l’influenza dura in media 5-7 giorni, con il protrarsi dei sintomi più comuni, come tosse, raffreddore e mal di gola, anche per due settimane.
Le semplici regole per la prevenzione, invece, rimangono sempre le stesse, a partire dalle misure di igiene:
La prima cosa da fare per proteggersi durante la stagione influenzale è quella di porre in essere alcuni piccoli gesti che spesso sottovalutiamo. Sappiamo oramai tutti che l’influenza viene trasmessa per via aerea, quando qualcuno tossisce o starnutisce vicino a noi, o per contatto, se ci sono residui di secrezioni sulle mani di chi ha contratto il virus. E’ fondamentale, pertanto, lavarsi sempre bene le mani e coprire bocca e naso quando si starnutisce.
La prevenzione: vaccino antinfluenzale
Fortemente consigliato dal Ministero della Salute è di sottoporsi al vaccino antinfluenzale, soprattutto per i soggetti più a rischio, individuati tra coloro che hanno superato i 65 anni di età o chi ha un sistema immunitario debilitato a causa di patologie preesistenti.
Oltre a queste due categorie, il vaccino è fortemente consigliato anche alle donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza, ai familiari dei soggetti ad alto rischio, agli addetti ai servizi pubblici e a chi, per motivi di lavoro, si trova a contatto con animali.
Quando vaccinarsi
Le campagne antinfluenzali partono approssimativamente dalla metà di ottobre e si protraggono generalmente fino a fine dicembre, ma è bene ricordare che la protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo la vaccinazione e dura per un periodo di sei-otto mesi, quindi è preferibile vaccinarsi ai primi di ottobre.
Controindicazioni del vaccino
Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato ai neonati al di sotto dei sei mesi e alle persone allergiche a qualche componente del vaccino stesso. Contrariamente a quanto si pensi, non è controindicato in periodo di allattamento o in caso di HIV.
Influenza: i sintomi più comuni
I sintomi più comuni sono: mal di testa, febbre, brividi di freddo, malessere e dolore diffuso, tosse,
mal di gola, congestione nasale, dolori muscolari, inappetenza, stanchezza e spossatezza, nausea e vomito,diarrea, crampi addominali.
L’influenza può presentarsi con o senza febbre; solitamente la febbre si presenta entro le prime 24 ore e dura due o tre giorni poi inizia a diminuire.
Le possibili complicanze dell’influenza
Sebbene i sintomi più comuni siano di lieve entità, nei soggetti più a rischio, come anziani, bambini, pazienti con malattie croniche, asmatici o donne in gravidanza, l’influenza può provocare alcune complicanze più gravi.
Tra le più frequenti, ci sono quelle legate al sistema respiratorio: bronchite, otite, sinusite, polmonite. La complicazione più frequente è la polmonite batterica; solitamente compare al termine del periodo influenzale, quindi, dopo quello che appare come un miglioramento perché i sintomi influenzali iniziano a regredire, può invece comparire la febbre accompagnata da tosse e difficoltà respiratoria.
L’influenza in gravidanza
Durante una gravidanza che non presenti particolari complicanze, contrarre l’influenza non rappresenta generalmente un rischio per il bambino. Tuttavia, poiché la gravidanza aumenta le possibilità di ammalarsi, alle donne in dolce attesa è consigliato sottoporsi al vaccino e adottare tutti gli accorgimenti possibili per evitare il virus.
In caso di influenza con febbre i rischi aumentano quando la temperatura corporea supera i 38° / 38,2° l’organismo reagisce attivando le difese immunitarie, ciò potrebbe provocare spasmi e contrazioni che, in alcuni casi, possono indurre a un parto prematuro.
Se l’influenza non è accompagnata da febbre i rischi per il feto sono molto bassi, la placenta, infatti, funge da barriera impedendo la trasmissione del virus influenzale al bambino. In ogni caso, è bene che, in caso di influenza, la futura mamma si rivolga ad un medico, che potrà consigliarle la terapia più adatta, prescrivendo farmaci ben tollerati in gravidanza. Nonostante ciò, la misura più efficace per evitare complicanze resta senza dubbio la prevenzione. La vaccinazione è consigliata dal terzo mese di gravidanza e non presenta alcun rischio per il bambino, neppure durante l’allattamento.
Durante l’influenza è molto frequente la perdita di appetito, in caso di gravidanza però la madre dovrà sforzarsi di assumere i nutrienti fondamentali, assecondando i propri gusti e sensazioni ma cercando di avere una dieta sufficientemente varia, seppur in quantità ridotte.
Cure e rimedi
Oltre agli antivirali si possono assumere farmaci che contrastino i sintomi specifici, contro mal di gola, tosse o mal di testa. Il miglior rimedio naturale è stare a casa, al caldo, e riposare; fondamentale, inoltre, bere molta acqua per evitare il rischio di disidratazione. Per questo motivo, durante l’influenza sono da preferire le minestre in brodo, i passati o i centrifugati di verdura, le spremute di agrumi, i succhi di frutta, il tè e le tisane calde e lo yogurt.
Da evitare, invece, prodotti difficilmente digeribili o che possano indebolire la risposta immunitaria, per questo motivo sarebbe meglio evitare carne latte e latticini, ovvero i grassi di origine animale, i cibi ricchi di zuccheri, che possono ridurre le difese immunitarie e affaticare la digestione, e i cibi fritti o eccessivamente salati che contribuiscono a peggiorare la disidratazione del corpo.